La produzione in cantina, come quella in vigna, non vede intromissione alcuna, se non di zolfo, rame e attesa in cantina; e poi la scelta del tappo a vite, lo Stelvin per preservare l’integrità aromatica e vitale del vino.
Kaiton è riesling, e che riesling, a detta di molti forse il migliore d’Italia, alla pari con quello di Franz Pratzner di Falkenstein in Val Venosta, sempre terra d’AltoAdige.
Al naso salgono fini ed intensi idrocarburi, note di vernice, di zolfo, poi giungono fiori bianchi, scorza d’agrumi, pesca qua e là, mela verde glaciale, tocco tropicale non troppo, mineralità eccelsa, freschezza impagabile, note salmastre
In bocca è salino (tanto), fresco, con gradevoli sensazioni minerali, verticalità di aromi che vanno dritti al centro del palato, incidendo con l’eccellente mineralità e quell’essere a tratti tagliente nei richiami agrumati mai troppo acidi, ma sempre freschi e vivaci, con sentori di mela verde, mango, pompelmo e cedro, ed in ultimo mallo di noce a dare una giusta nota amarognola.
Resta in bocca tutto quello che è la Val d’Isarco, solare luminosità, rigidità glaciale dritta ed elegante come il passo di un soldato, serio, impenetrabile a tratti freddo, ma forte e agile al contempo.
Il ghiaccio ed il Sole, amici nemici in questo Riesling extraordinario.