“Da uve sangiovese allevate a 800 metri alle pendici degli Appennini umbri, in viticoltura biodinamica. Fermentazione senza controllo della temperatura, lieviti indigeni. Affinamento in piccoli legni. Imbottigliato senza aggiunta di solforosa”.
La societa agricola Tenute Baroni Campanino sorge alle pendici del monte Subasio nella frazione Santa Maria di Lignano nel comune di Assisi; progetto di cantina basato sulla assoluta naturalità della coltivazione viticola e del lavoro in cantina; che si avvale della consulenza enoartigianale di Danilo Marcucci.
Nel bicchiere appare bello carico, di struttura densa e ricca, il colore è un rosso rubino intenso con unghia violacea porpora.
Al naso esprime sottili ed eleganti note di tabacco, sottobosco, liquirizia, sfumature balsamiche e di foglia di pomodoro, una base olfattiva di confettura di prugna e sentori di vaniglia. Nel complesso appare terroso, ematico, si percepisce lievemente l’alcool, in un secondo momento spunta qualche marasca sotto spirito, pepe nero e chiodi di garofano.
In bocca scivola bene fluido, molto vellutato e oleoso, quasi lubrificante nella sua grassezza, apparentemente scarno di aromi, semplice e lineare, ma con buona consistenza minerale; dopo un istante attacca il tannino prepotente e viscerale, con sentori di sottobosco, sangue e fungo, solo un accenno di frutta rossa in confettura di prugne e mirtillo; poi arriva dirompente una valanga di cioccolato fondente, spezie (pepe nero) e liquirizia, che restano indomiti fino all’ultima deglutizione e azzerano la salivazione tanto è la ricchezza estrattiva, la profondità e la cupa tannicità lieve amarognola del retrogusto. Termina austero, tanto corposo ed intenso… fava di cacao in purezza.
Ha accompagnato splendidamente una bresaola equina condita con olio evo e scaglie di grana, ma lo vedo bene in abbinamento a dello spezzatino di cervo o altra cacciagione.