Vinodivite

MERLOT SFUSO 2010 di GRAZIANO SECCO e FALANGHINA MONACI 2012 di CANTINA MORONE

IMG_3878Vinoteca di San Sisto, ore 13 sono qui per prendere 2 litri di sfuso Merlot 2010 di Graziano Secco un piccolo produttore di Petrignano del Lago vicino Castiglione del Lago (PG); basse rese, pochi solfiti e chimica sia in cantina che in vigna; non il solito merlot piacione, morbidone, ma un merlot tannico, verace, rude e selvatico al punto giusto.
Le botti di rovere in cui sosta per un anno si sentono non eccessivamente, sovrastate ora dall’alcool ora dal tannino balsamico e rotondo; vi si trova una ricchezza estrattiva di aromi cremosi e pastosi, di frutta in confettura come la mora, frutta liquorosa, e un finale bellissimo speziato, mentolato, che avvolge e persiste al palato.
Dopo averci riempito la bottiglia di questo meraviglioso vino che avevamo assaggiato due sere prima, orgoglioso come sempre, Roberto ci propone una novità appena arrivata in vinoteca, un cartone con tutta la gamma dei vini di una cantina assaggiata a “vini naturali” a Roma da un suo amico, amante come me dei vini natur-biodinamici.
Si chiama Cantina Morone sita nel borgo medievale di Guardia Sanframondi, nel territorio del Sannio di Benevento.
In vigna c’è la totale assenza di antiparassitari sistemici, diserbanti ed assenza di concimazione chimica, in cantina la vinificazione avviene nel pieno rispetto dell’uva limitando al minimo l’intervento umano, con limitato uso di solfiti e lieviti selezionati; anche i vari passaggi sfruttano la gravità limitando lo stress degli acini bianchi e c’è un impiego moderato e sapiente del legno per l’affinamento; ogni vino prodotto deriva da unica vigna.

Nel bicchiere il colore è di un giallo paglierino carico tendente al dorato con riflessi netti verdolini.
Al naso si fa attendere qualche minuto prima di aprirsi in tutta la sua aromaticità, esprime iniziali note floreali con fiori di camomilla e sambuco, poi si amplia lo spettro di sensazioni olfattive percepite che toccano i toni della frutta a pasta gialla come la pesca, e frutta tropicale con il mango e la papaya.
In bocca è pieno, polposo, vive e solletica il palato una frutta gialla fantastica che si muove su toni freschi e sapidi tipici della varietà e conferma i sentori percepiti al naso di buona acidità e salinità.
Il sorso appare di ricco corpo e pienezza assoluta, la polpa di frutta è presente, sembra di morderla tanto è la netta sensazione di struttura e carnosità che dona al palato.
Un vino con una bevibilità straordinaria, che si fà bere e ribere, rimanendo genuino e digeribilissimo.