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CECCOMATTO 2009 – SUSANNA BIANCONI

ceccomattoSusanna Bianconi è la titolare di una piccola-media cantina umbra che produce circa 30000 bottiglie l’anno, facente parte del complesso hotel e resort Valle di Assisi sito ai piedi del monte Subasio; i vini prodotti nascono da uve per lo più autoctone come Grechetto e Sangiovese, più varietà internazionali Merlot e Cabernet-Sauvignon.
Ceccomatto è un blend a prevalenza Sangiovese più un 15% di Merlot, è un vino onesto di ottima bevibilità e aromaticità, di corpo sottile, fine in certi tratti, densamente concentrato di materia fruttata, e di buona struttura tannica soffusamente articolata e mai sopra le righe.
Vino inizialmente e apparentemente fresco, sbarazzino, vivace e inconsciamente leggero, poi durante l’assaggio risulta più profondo e complesso dell’apparenza, mostrando forza e carattere prima nascosti.
Piacevole interesse destano i sentori sia olfattivi che gustativi di erbe aromatiche di macchia mediterranea, e note erbacee generalizzate, che appaiono profondissime e si ritrovano in retrogusti a tratti amaricanti, di erba di campo e cicoria.
Al naso straordinarie sono le note di ciliegia sotto spirito, interessate da intense note alcooliche, miste alle già citate erbe di campo e aromatiche, come alloro e
salvia; curioso un secondario sentore affumicato che richiama la torba, e note lievitose che sanno della muffa di certi formaggi erborinati, e cenni vagamente floreali.
In bocca è perfettamente equilibrato il senso alcolico delle marasche liquorose che attacca con potenza il palato, con i sentori fruttati di ciliegia matura, oltre a more in confettura e cassis.
La struttura diventa imponente pian piano, i tannini appaiono finissimi, anche eleganti, e allo stesso tempo riescono a graffiare il palato, grazie anche all’acidità percepita solo in un secondo momento, dopo aver assaporato l’alcolico e l’antiossidante del frutto.
Il finale è lungo, persistente, un rimbalzo tra la succosità della ciliegia e l’amara profondità e scioglievolezza del cioccolato fondente.
Riesce a superare brillantemente ogni esame culinario, risultando vino più che versatile, da abbinare con primi piatti riccamente conditi con un ragù alla bolognese, ma lo vedrei perfettamente integrato ad una pappardella alla selvaggina sia da pelo che da penna, oltre ad uno spezzatino di cinghiale cucinato come si deve.