Vinodivite

TREBBIANO SPOLETINO 2012 – RAINA

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Riporto oggi una recensione scritta un mesetto fa…
“12 gennaio 2014, Vinoteca San Sisto-Perugia, IMG_3743ddritorno con piacere dopo alcune settimane di astinenza (complimenti ai due titolari Roberto e Corrado, quel posto crea dipendenza al palato; un giorno ne parlerò in un post a loro dedicato); nel salutarci e farci gli auguri di buon inizio d’anno, Roberto mi avverte di aver messo nella cantinetta un trebbiano spoletino che da tempo volevo assaggiare, Cantina Raina, Montefalco, il titolare è un produttore giovanissimo, Francesco Mariani, attività avviata nel 2011.
I terreni che costituiscono l’azienda sono posti ad una quota compresa tra 200 e 300 metri sul livello del mare. L’esposizione è principalmente a sud-est. Il suolo che li compone è di medio impasto, ricco di calcare e con una forte presenza di sassi.
10 ettari vitati così ripartiti: cinque ettari di Montefalco Sagrantino, quattro ettari di Montefalco Rosso (costituiti dai vitigni Sangiovese, Sagrantino e Merlot) ed uno di Trebbiano Spoletino.
Appena versato nel bicchiere, questo 100% trebbiano spoletino annata 2012, mi lascia di stucco già a partire dal colore, di un giallo oro molto acceso e brillante, un aspetto tipico dei trebbiani che fanno macerazioni più o meno prolungate, in questo caso solo 24 ore a 10°C in acciaio inox. Pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata (18°C).
Affinamento: 3 mesi in vasche di acciaio inox sulle fecce fini, 1 mese in bottiglia.

Al naso mi ricorda i trebbiani di Collecapretta, con i loro sentori caramellosi, mielosi, di frutta gialla matura e frutta esotica, netto il profumo di pesca noce, di mango, papaya, ma anche sentori tostati, di pietra focaia, di mela renetta.

In bocca rapisce per il suo calore e la sua pienezza di frutto di polposissima pesca;  ottima struttuta data dalla fine trama tannica tipica del vitigno, estrema complessità di aromi che spaziano dalla già citata pesca, al melograno, ananas, mango, mela renetta, vaniglia.
L’eccellente acidità insieme ad un estrema sapidità ne fanno un vino di bevibilità molto piacevole, che và giù che è un piacere; finale intenso di frutta surmatura e retrogusto leggermente amaragnolo tendente alla mandorla non eccessivo e mai sgradevole.
In conclusione, un vino giovanissimo, anno 2012, ma già molto complesso e maturo, sorprendentemente strutturato e complesso, che colpisce in particolare per il tannino forte e vibrante, ma anche moldo morbido e fruttato”.

P.S. nella seconda foto potete apprezzare con gli occhi la bontà di uno dei meravigliosi taglieri della Vinoteca.