Quando ho comprato la bottiglia di questo signor Orvieto Classico (Superiore perché i dettagli contano), l’idea era quella di farlo affinare qualche anno insieme agli altri vini della mia modesta cantina; ma quando la tartare di tonno agli agrumi ha chiesto un bianco, l’occhio è andato subito sul Terre (persistenza in cantina di 1 settimana appena…)
Blend di Procanico 50% Grechetto 30% Verdello, Drupeggio, Malvasia 20%
Colore giallo paglierino di media intensità, luminoso e brillante.
Al naso é gradevolmente agrumato, una vena citrinica scorre per il naso e vivacizza l’olfatto, nitidi sono i sentori di scorza d’arancio, limone e più spinti tocchi di lime; poi gli oli essenziali d’agrume fanno spazio a note fruttate piene, carnose, zuccherine di pesca, albicocca, tropicale di ananas, papaja e mango, melone, con insolite sfumature di fragola, e un fondo erbaceo fresco, profumato di cereali, con sottili finezze d’erbe aromatiche di rosmarino e salvia, e atmosfere iodate e saline,
Al gusto prosegue sui toni citrinici quasi amaricanti di scorza di limone e i suoi oli essenziali, una tendenza ai sapori erbacei, fienosi e terrosi; un’acidità strutturale che sorregge il sorso da un lato ma non offusca un proscenio dove i protagonisti sono struttura, sapidità e freschezza, insieme ad una delicata aromaticità fruttata (mela, kiwi, frutta esotica) e dolcezze essenziali che ben si armonizzano alla componente più asciutta ed amaricante che prosciuga le fauci e regala sensazioni di vellutata eleganza e nobile complessitá materica.
Un vino schietto ed elegante al contempo, semplice e complesso, sincero fino in fondo ed entusiasmante per continue sorprendenti evoluzioni, un vino figlio del territorio di Orvieto e di una cantina che forse al momento è la sua migliore interprete.
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