Vinodivite

L’AGNOLETTO 2012 – FONGOLI

L’azienda Fongoli nasce a Montefalco nei primi del ‘900 per opera di Decio Fongoli,
solo negli anni ’40 Angelo Fongoli inizia ad imbottigliare le prime bottiglie di Sagrantino e bianco; nel 1977 anno della prima DOC del Sagrantino di Montefalco l’azienda sarà l’unica a fregiarsi dell’omonimo titolo.
Oggi la proprietà si estende per 40 ettari di cui circa 30 a vigneto e 7,5 a uliveto oltre al bosco; la produzione segue l’impostazione originale aziendale, basse rese basate su una riduzione della produzione tramite riduzione della vigoria e non tramite diradamento, un’agricoltura “veramente” biologica con l’uso di soli prodotti naturali, ecosostenibilità dei vigneti, con inerbimento, sovesci, concimazione con stallatico al posto dei concimi sintetici, trattamenti bagnati con zolfo e rame a basse dosi; in cantina la vinificazione segue i metodi tradizionali con fermentazioni con soli lieviti autoctoni delle uve, basse dosi di solforosa, e maturazioni in botti grandi di età compresa tra i 5 e i 70 anni, per non alterare troppo i veri sapori delle uve.image
Il vino di oggi nasce da uve di Trebbiano Spoletino in purezza, macerate per 24 ore sulle bucce a 10°C in acciaio senza aggiunta di lieviti esterni, fermentazione per 15 giorni sulle fecce fini a 15 °C. Affina 3 mesi in bottiglia.
Il risultato è un vino quotidiano, senza grandi pretese, ma comunque piacevole, fresco, con buon nerbo acido che esalta la bevibilità e buona aromaticità fruttata e mineralità.
Nel bicchiere il colore è giallo paglierino tenue ed essenziale con brillanti riflessi verdolini.
Al naso si sentono odori iniziali di pietra focaia con i classici idrocarburi, zolfo più effluvi di asparagina, insieme a note vegetali di peperone, foglia di pomodoro e origano; appare molto minerale nelle chiare note solfuree e si evidenzia una bella acidità di base.
Poi arrivano finissime ed eleganti note fruttate di pesca bianca e mela renetta, ed accenni di frutta tropicale. Nel mezzo salgono al naso note di rosmarino, mentuccia e note terrose di sottobosco di funghi e tartufo bianco.
In bocca è tagliente, inizialmente pungente quasi frizzante, poi viaggia dritto, costante, su itinerari tappezzati di acidità e fresca fruttosità, con tratti più curvilinei e rotondeggianti ma comunque sempre penetrante, verso un finale amarognolo che sà di mallo e albicocca acerba.
La persistenza del sorso non è magnifica, ma il retrogusto è piacevolmente fruttato: uva spina, mela, frutto della passione, pompelmo rosa.
Nel complesso un vino giovane, forse acerbo, ma già finemente elegante, equilibrato tra una vivace acidità e una freschezza di base; con una struttura e trama tannica non eccelsa, ma dotato di buona aromaticità e gusto fruttati e finemente minerali.