Vinodivite

LE OCHE 2011 – FATTORIA SAN LORENZO

IMG_3922Abbiamo visitato Fattoria San Lorenzo quasi un mese fa, è stata un’improvvisata durante il ritorno da Ancona in un pomeriggio di metà Marzo; Natalino Crognaletti il titolare dell’azienda, dopo un veloce pranzo stava ritornando di corsa al lavoro tra i vigneti, le gemme infatti hanno tutti colto di sorpresa anticipando la loro venuta al mondo, e il lavoro da fare era enorme; nonostante ciò non ci ha negato una bella chiacchierata sulla sua idea di vino, sul termine naturale, forse oggi un po’ troppo usato e abusato in troppi casi, sul principio che eliminare totalmente la solforosa non è indice di salubrità, anzi quando viene sostituita del tutto con dosi massicce di acido ascorbico il prodotto finale non è certo né più genuino né meno artificioso.
Ci siamo salutati dandoci appuntamento per una visita più tranquilla, magari seduti ad un tavolo del loro agriturismo assaggiando i loro vini.
L’azienda sorge sulle colline di Montecarotto, in frazione San Lorenzo, sulla riva sinistra del fiume Esino, all’estremo nord della denominazione verdicchio di Jesi, un paesaggio spettacolare, una natura che pare incontaminata, solo vigneti ed oliveti ad impreziosire il panorama, terra di verdicchi floreali, aromatici, ampli, mentre la riva destra produce vini più sapidi, minerali, verticali, distinzione che tende a venire meno nelle annate più calde che tendono ad omogeneizzare il territorio.
Fattoria San Lorenzo ovvero Natalino, produce verdicchi opulenti, caldi, polposi, oltre che veri, rustici, genuini; le tradizioni contadine non sono mai passate di moda ma sono la base della filosofia produttiva dell’azienda, in vigna non si usa nient’altro che zolfo e rame, i lieviti sono autoctoni, i livelli di solfiti sono molto bassi,  insomma la dicitura biologica non stà solo sulla carta, ma è la normalità, vuole dire solo fare vino come lo facevano una volta, prima dell’industrializzazione massiva dell’agricoltura.
Il materiale privilegiato per la vinificazione e la maturazione dei bianchi è l’acciaio, tranne “Il San Lorenzo” una riserva di 10 anni in cemento; non si fa macerazione prolungata sulle bucce in quanto la varietà si presterebbe poco a vinificazioni in rosso, privilegiando una lenta fermentazione sui lieviti, che regalano struttura ed aromi.

Se dovessi descrivere il verdicchio “Le Oche” di Fattoria San Lorenzo con 3 aggettivi direi caldo, solare, marino.le oche
Il colore è un giallo paglierino luminoso con vivi riflessi verdolini, di bella trama limpida e cristallina.
Inizialmente è imperscrutabile, timido e lento nel rivelarsi ai sensi; poi il tempo e l’aumento di temperatura aiutano l’apertura di un ventaglio di profumi mai urlati, ma sussurrati lentamente: fiori bianchi e gialli, acacia e sambuco, camomilla delicata, poi note fruttate piacevoli ed eleganti di pera, mela e frutta gialla matura, mandorla fresca e qualche erba aromatica.
Sentori delicati, leggeri, soffusamente coperti da salmastri vapori iodati e richiami salini e minerali.
In bocca entra deciso, corposo, ampio e disteso al palato, rotondo e suadente ma anche fitto e penetrante; ammalia la sua dolcezza innata fatta di pennellate sfumate di miele e morbido caramello, equilibrate da spruzzate pungenti minerali che rinfrescano il gusto e vivacizzano il sorso.
Si percepisce molto morbido, caldo generosamente alcolico, avvolgente, mieloso, ben bilanciato da una breve acidità e freschi toni floreali di acacia e tiglio, oltre a frutta quasi passita ma lo stesso acidula e rinfrescante, pera, pesca e frutta esotica, fino ad un ritorno terreno ferroso e amarognolo ammandorlato lungo e persistente sul finale.
Dopo un paio d’ore dall’apertura gli aromi fruttati e dolcemente avvolgenti si moltiplicano e esplode in bocca l’ananas surmatura intensamente zuccherina che addolcisce e riscalda i sensi e rinfresca e appaga con la sua lieve succosa acidità.

Un vino complessivamente solare, caldo, sapido dal carattere marino, mediterraneo, erbaceo e floreale, un vino da annusare lentamente e assaporare piano fino alla fine, un vino che non è mai lo stesso, cambia col tempo e col calore, il freddo ne nasconde e cela ogni beltà.
Non è il classico verdicchio da pizzeria quasi frizzantino, da berlo ghiacciato, senza anima e senza virtù, le Oche è bensì verdicchio quasi da meditazione, da divano, da contemplare nel silenzio del proprio io.
Come gli altri verdicchi di Natalino Le Oche non avrà paura di sfidare il tempo, anzi il tempo non può che abbellire quanto di bello c’è dentro i suoi vini.