Vinodivite

JANUS 2011 – MARCO MERLI

IMG_3876Così il titolare vignaiolo della cantina ci presenta la sua bellissima realtà:
“L’azienda, nata nel 2002 è situata a Casa del Diavolo, in un contesto paesaggistico leggermente collinare e tipicamente umbro e interamente gestita da me e mio padre. Le nostre uve vengono esclusivamente lavorate da noi in cantina, dove si prediligono fermentazioni con lieviti indigeni e dove le poche tecnologie adoperate si trovano “fuori e non dentro il vino”. Per rendere giustizia a quanto detto il frutto deve essere piu’ sano possibile, ecco perché le rare concimazioni vengono effettuate solamente con letame animale e sovesci erborei, i trattamenti di primavera/estate solo con rame e zolfo, in oltre cerchiamo di instaurare una “possibile” convivenza tra erbe infestanti e viti, senza ricorrere a diserbanti chimici. In sostanza la parola d’ordine è “natura” “

Siamo nella zona dei Colli AltoTiberini, i vitigni coltivati sono quelli classici della zona, quali Trebbiano, Grechetto e Sangiovese, più uve internazionali Merlot, Cabernet Sauvignon, Malvasia. Il lavoro in vigna viene svolto da Marco e suo padre, un lavoro fatto senza uso di chimica aggressiva per l’ambiente, seguendo un approccio totalmente naturale, creando una naturale sinergia tra la terra,  la vite e le piante infestanti  lasciate crescere senza uso di diserbanti alcuni.
Una filosofia di coltivazione che si riflette anche nel lavoro in cantina dove si prediligono tecniche di vinificazione arcaiche, tradizionali, naturali, con uso di lieviti indigeni durante la fermentazione, macerazioni medio-lunghe anche per le uve bianche, effettuando travasi dove l’uso della solforosa è limitatissimo; le filtrazioni grossolane sono operate soltanto per eliminare quegli elementi macroscopici che sono di troppo come insetti od altro. Insomma la tecnologia invasiva più avanzata e la chimica sono bandite, secondo le metodiche dei nostri avi contadini, perchè il vino è a tutti gli effetti un alimento e proprio per questo dovrebbe essere preservato dall’uso di chimica di sintesi in ogni passaggio della sua produzione, dal frutto al bicchiere.
Sono stato a trovare Marco qualche mese fa, un mese dopo la vendemmia, una simpatia contagiosa, una gioia immensa nell’accoglierci nella sua cantina, nel respirare profumi di uva e tannini, nel toccare le sue botti, nel versare i suoi vini.
Abbiamo assaggiato tutti i frutti del suo lavoro, sia i vini in bottiglia sia quelli in maturazione delle botti dell’annata 2012 per i bianchi, Tristo (100% Trebbiano brevemente macerato per 8 giorni sulle bucce, più in là ve lo racconterò), Brucisco Bianco (uvaggio Trebbiano 60% Grechetto 20% Malvasia 20% non macerativo, macerazione di 12 ore in cuve di fibra di vetro e affinamento di 1 anno in acciaio, dai profumi e sapori di assoluta genuinità e bontà) e del 2011 per i rossi Janus, Brucisco rosso (Sangiovese 50% Cabernet Savignon 45% Merlot 5%, la maturazione per il Sangiovese e il Merlot avviene in acciaio, mentre il Cabernet Sauvignon fa 11 mesi in rovere da 10 ettolitri, vino riccamente speziato al naso e di buona struttura tannica e molto sottobosco in bocca, grande equilibrio tra acidità e sapidità), più un rosato vendemmia 2013, novità assoluta della cantina, ancora acerbo ma ci regala già sentori di frutti rossi, di ciliegia, fragola, grande freschezza e mineralità.
Ci è mancato soltanto il Brucisco Passito, 100% sangiovese macerato 25 giorni sulle bucce e maturato 12 mesi in acciaio, 12 mesi in barrique, 6 mesi in bottiglia.

Lo Janus lo abbiamo assaggiato direttamente dalla botte d’acciaio quando ormai era prossimo all’imbottigliento, mi ha lasciato letteralmente senza parole; mi hanno affascinato in particolare i profumi meravigliosi e intensi, che ricordavano il lagrein altoatesino. Grande vino, e pensare che non aveva fatto nemmeno un giorno in bottiglia..

Assaggio di metà Dicembre 2013
Oggi mi trovo ad assaggiarlo dopo nemmeno 10 giorni dall’imbottigliamento e devo ammettere che qualche mese sia naturalmente necessario prima di assaporarlo al meglio, per farsi ammaliare fino all’ultimo istante della sua persistenza ancora troppo limitata oggi.
Insomma si chiama Janus, 100 % sangiovese, vinificazione con solo lieviti indigeni, solo botti d’acciaio, nessuna filtrazione, pochissima solforosa aggiunta.
Bellissimo colore rosso granato intenso.
Profumi straordinari di frutta rossa sciroppata e sotto spirito, visciola, bellissime note di ciliegia, prugna in confettura, sentore di fragoline di bosco e mirto, intense sono le note di uva in appassimento, violetta e effluvi di sfumature alcooliche.
In bocca è caldo, intenso; l’alto tenore alcoolico si equilibria perfettamente alla frutta rossa che si eleva svelando la ciliegia, la mora, la fragolina di bosco; tanta la frutta sottospirito presente, insieme all’uva passita che addolcisce il palato.
Suadente con i suoi sentori fruttati è l’alcool mai invadente e perfettamente integrato tra i tannini avvolgenti….
Insomma devo fare i complimenti a Marco per la sua creatura, per i suoi vini meravigliosamente genuini, naturali; vini dinamici, schietti, vivi, vibranti di sensazioni rustiche ed eleganti al contempo, sensazioni freschissime di frutta di uva, tannini che giocano in equilibrio con giuste acidità e salinità che ne elevano la bevibilità all’ennesima potenza.
Per concludere vi riporto una frase di Marco che sintetizza la propria filosofia, possiamo leggerla sull’etichetta dei vini della linea Brucisco:

“Ci sono vini senz’anima sempre uguali anno dopo anno che rincorrono la perfezione dimenticando la loro essenza, come se una piccola spigolatura fosse un grave errore. E’ in queste piccole imperfezioni e sfumature che un vino diventa unico, grande irripetibile…quando è vero autentico, quando riesce a raccontarti la sua storia e a farti intuire l’anima di chi lo fa”