Vinodivite

CANTINA COLLECAPRETTA

 Tutto inizia da qui.

IMG_3543

Da qui parte il mio viaggio, dopo qualche titubanza ho finalmente deciso di scrivere di vino;

ma dopo centinaia di bottiglie assaggiate che senso ha? mi chiedo io;

tutto è andato perduto?

Non tutto… non avevo ancora bevuto il Vero Vino, quello con la U maiuscola (la U di Uva).

Già, perchè oggigiorno tutti si dimenticano con cosa viene fatto il vino, perchè la produzione enologica moderna tende ad una ossessiva standardizzazione dei profumi e dei sapori del vino, tanto da non riconoscere più con quale vitigno è stato prodotto; risultato ultimo l’assenza delle sensazioni proprie del frutto originale uva.

Ma pochi giorni fa, ho finalmente assaggiato il vino, quello fatto con l’uva… merito della Cantina Collecapretta.

Le ottime recensioni dei vari enoblogger rimasti folgorati dall’assaggio dei loro vini, il sentire parlare di biologico, di assenza di solforosa, di lieviti selezionati, di pesticidi e roba simile, mi hanno incuriosito e spinto a prendere l’auto in un pomeriggio buio e piovoso e dirigermi, insieme alla mia ragazza, verso Spoleto, località Terzo la Pieve, sulle colline dei monti Martani, equidistante da Spoleto, Montefalco e Massa Martana.

Ad attenderci dopo averli avvisati con solo mezz’ora di anticipo i coniugi Mattioli, ovvero Anna e Vittorio, ovvero gli artefici di questo capolavoro.

L’azienda che conducono, solo 8 anni fa ha iniziato a imbottigliare i propri vini, ma già da tre generazioni la famiglia basa la propria esistenza sui prodotti che l’azienda produce partendo dai propri animali, cereali, olivi, quindi formaggio, salumi, uova e appunto le loro uve e il loro vino.

Vittorio e Anna ci hanno accolto in modo davvero esemplare, nonostante fossero le 18.30 e la famiglia era impegnata a preparare la cena, intorno al camino nella loro casa adiacente alla cantina.

Ci hanno fatto accomodare in cantina, accanto alle botti d’acciaio, dove un arredamento rustico ci ha scaldato insieme a vari assaggi di bruschette con i loro oli, frantoio e moraiolo (veramente molto buoni), pane e prosciutto casareccio, olive al naturale fatte in casa e i loro splendidi vini; ogni assaggio è stato allietato dalla genuina simpatia dei proprietari che ci hanno raccontato la loro storia e la storia della loro azienda, della loro terra, dei loro vigneti.

Le loro parole ti trasmettono tutto l’amore che infondono in quello che fanno, amore per la terra e i frutti che dona, per le tradizioni, per i valori del lavoro nel pieno rispetto di madre natura, dei suoi cicli vitali.

Questi elementi in apparenza scontati, insieme con l’umiltà e la dignità con cui fanno il loro mestiere, hanno permesso la nascita di Collecapretta e dei suoi vini; prodotti secondo un approccio contadino e naturale, interventi in vigna minimi, concimi tutti naturali di origine animale, vinificazione che segue la tradizione contadina, con fermentazioni spontanee senza lieviti selezionati, senza solforosa; senza uso di barrique, solo tini a cielo aperto, vetroresina e fusti d’acciaio; travasi senza filtrazione, effettuati seguendo i cicli delle fasi lunari.

Tale filosofia contadina della produzione viene riassunta benissimo nella frase che Vittorio fa scrivere sulle sue etichette “ Vittorio Mattioli agricoltore e poi vignaiolo in Terzo la Pieve”.

I vigneti sono tra i 400-500 metri, terreno argilloso, le uve coltivate sono trebbiano spoletino, sangiovese, ciliegiolo, merlot, sagrantino, malvasia bianca, e due vitigni non tipicamente umbri piantati dal nonno di Vittorio, barbera 60 anni fa e greco campano.

I vini che ne escono fuori sono straordinariamente naturali, primitivi, ancestrali, vini “come Dio comanda”.

Ne abbiamo assaggiati due, il “Vigna vecchia 2012” Trebbiano Spoletino in purezza e il “Le Cese 2011” 100 % Sangiovese.

(Nei prossimi posts ne parlerò approfonditamente)

La serata a Terzo la Pieve non era più buia, fredda, piovosa come al momento del nostro arrivo, ma nei nostri cuori c’era quel calore, quei colori, quella luminosità che solo la naturalezza di quei vivi sorsi di natura ci avevano trasmesso, insieme alla gioia e alla passione nel fare quello che fanno Anna e Vittorio, persone d’altri tempi, tempo che si è fermato a Collecapretta.

P.S. nella foto la mia piccola collezione di vini Collecapretta (i più navigati riconosceranno il “packaging” di una nota cantina “naturale” di Montefalco… prossimamente su questo blog)