Vinodivite

PROSECCO VALDOBBIADENE “FRIZZANTE … NATURALMENTE” 2012 – CASA COSTE PIANE

IMG_3703E’ facile dire prosecco in Italia, è difficile trovarne uno buono, quasi impossibile trovarne uno buono e anche naturale; l’altro ieri finalmente ho bevuto il Prosecco con la P maiuscola, quello di Casa Coste Piane, “Frizzante…Naturalmente”, un nome un programma, un’identità.

Non parliamo del solito prosecco commerciale da supermercato (anche se io l’ho acquistato al supermercato con nemmeno 9 euro) ma di un prosecco “sur lie”-col fondo, rifermentato “naturalmente” (come ci indica il nome) in bottiglia con i lieviti vivi, una tecnica nuova ma che rimanda ad epoche passate quando il vino-prosecco si faceva così, ed oggi sono in pochi a farlo come una volta.

L’etichetta con il suo disegno che sembra quasi una di quelle vignette medievali delle corporazioni, dei mestieri, ci riporta a quando il vino si faceva ancora con metodi tradizionali, in modo naturale, senza additivi, senza nient’altro che l’uva.

Colfondo, dicevamo, ed il fondo c’è e si vede, lieviti ormai esausti che hanno convertito tutti gli zuccheri presenti, che donano questa opalescenza al vino, una torbidità, magari non gradevole all’occhio di qualche scettico, ma che esaltano l’aromaticità, la complessità dei profumi e dei sapori, e in più ci ricaricano anche in vitamine.

Il risultato di questa tecnica (presa in considerazione anche dalle aziende più commerciali, vista la moda attuale, ma non seguita come Dio comanda, anzi usando degli stratagemmi non proprio “leciti”) è un prosecco sconosciuto a noi generazioni abituate a (non dico le marche) quelle bottiglie da 3-4 euro con lo spago in cima, quasi a volerci far credere a chissà quale genuinità.

Ma torniamo al nostro Coste Piane, l’aspetto visivo appena versato nel bicchiere ci mostra una spuma viva, vellutata e fine, il colore è un giallo tenue, essenziale, bello nella sua carica di opacità data dai residui dei lieviti che nasconde una base sfumata di verde appena accennato.

Al naso giungono tipiche note di lievito, di crosta di pane, a cui si aggiungono meravigliosi sentori dolci di frutta a polpa bianca come pera matura, ma anche albicocca e uva passita;  poi freschi profumi di agrumi, scorza di lime e susina gialla poco matura.
Annusarlo a fondo è come correre in un campo fiorito, che sò io, di camomilla.

In bocca si sentono subito bollicine morbide, vellutate, fini, persistenti.
Appare fin da subito, fresco, soave, elegante, naturalmente morbido e piacevolmente rotondo, tutto merito dei lieviti che lo fanno sembrare a tratti dolciastro con note di miele, pera Williams matura, albicocca secca e vaniglia.
Molto equilibrato tra freschezza, mineralità e questa dose di dolce, acido di note agrumate, finisce secco, asciutto, con un retrogusto che sà di cera d’api, con punte amarognole tipiche del prosecco; quel dolce amaro che prepara la bocca ad un pasto importante o … ad un altro bicchiere di “Frizzante…Naturalmente”.
Ha fatto ricredere uno come me che non ama i prosecchi…..forse perchè con gli altri prosecchi non ha niente da spartire.